Ci volevi credere,
ci hai provato,
ti sei buttata
con tutta la spontaneità
di un bambino
che aspetta la favola,
il lieto fine,
l’orizzonte senza nubi,
il sorriso senza dissapore,
il cartello che indica deciso
la strada
verso la tua costellazione.
Hai corso spensierata
a piedi nudi
perché ignoravi
le schegge dell’inganno,
e ti vestivi di pastello
per confondere
il lamento oscuro
del dolore.
E ché pensavi la vita
fosse un’avventura,
un incastro di desideri
da vivere tutto di un fiato,
una prefazione colorata
in un crepuscolo di poesia,
l’appello di una mamma
a salvare la fragilità
di una ninna nanna.
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